Inizio a buttare giù questo articolo mercoledì 11 marzo 2020, mentre noi italiani stiamo attraversando un momento difficile.
È passata una settimana dalla chiusura dell’università. A seguito dei provvedimenti presi dal governo, da due giorni sono rinchiuso in casa. Si può uscire solo in caso di stretta necessità, con comprovate ragioni a giustificare lo spostamento e, sempre e comunque, evitando assembramenti di persone.
La pseudoquarantena forzata ora in atto, parrebbe essere l’unica alternativa praticabile al momento.
Sono costantemente annoiato e terribilmente improduttivo. È dura la vita ai tempi di SARS-CoV-2. Ciò vale per me, ma son certo sia lo stesso per tantissimi altri di noi.
Nessuno sa con certezza per quanto ancora si protrarrà questa situazione. È necessario farsene una ragione e, ove possibile, adottare le opportune misure per renderla almeno un poco meno spiacevole.
Dopo aver passato due giorni a girarmi i pollici sul divano – cosa che non è assolutamente da me –, non potendone più, ho deciso di prendermi qualche ora per riflettere su come porre un argine a questa situazione. Un tale livello di improduttività e di noia, sul lungo periodo, è insostenibile.
Queste sono le conclusioni a cui sono giunto, nonché le strategie che sto mettendo in pratica per rendere meno duri, noiosi e improduttivi questi giorni di isolamento.
Vestiti come faresti se dovessi andare all’università
Dovendo stare tutto il giorno a casa è possibile che ti passi per la testa l’idea di stare tutto il giorno in pigiama. Questo non è per niente d’aiuto se vuoi salvaguardare almeno un po’ della tua produttività.
Vestiti esattamente come se dovessi andare a lezione od in biblioteca. Fallo anche se potresti passare l’intera giornata in vestaglia da camera. Indossare la tua divisa di tutti i giorni ti aiuta a calarti nella parte dello studente. Al contrario, restare in pigiama e ciabatte come sei solito fare la domenica ti porterà ad agire come se davvero fosse domenica.
Questo piccolo consiglio fa davvero tanto la differenza anche sotto un punto di vista dell’umore. Vestirti bene significa prenderti cura di te e prenderti cura di te ti aiuta a mantenere un buon morale.
Continuo a indossare gli abiti che userei se fossi a lezione, continuo a indossare jeans neri – indosso sempre jeans neri, e c’è una ragione– e, anche se son solo soletto, isolato in casa, mi aggiusto ogni mattina la barba. Non manco neanche di allenarmi, facendo quel che si può tra queste quattro mura.
Dati degli obiettivi chiari
Avere troppo tempo libero porta a procrastinare, a vedere le giornate che scivolano tra le lancette dell’orologio una dopo l’altra, inafferrabili.
Datti dei chiari obbiettivi la sera, prima di andare a dormire, per il giorno seguente, oppure la mattina, per il giorno che inizia. Per fissare obbiettivi chiari, puoi sfruttare le regole che puoi ricordare con l’acronimo SMART:
- S (specifico): cosa vuoi raggiungere, esattamente?
- M (misurabile): come farai ad essere sicuro di aver raggiunto l’obbiettivo?
- A (assegnabile): chi porterà a termine l’obbiettivo?
- R (raggiungibile): è realisticamente raggiungibile l’obbiettivo, considerato il tuo tempo, le tue risorse e le tue capacità?
- T (tempo): entro quando devi aver raggiunto l’obbiettivo?
Fissa pochi obiettivi per ciascuna giornata. Io uso fissarne tre. Porti troppi obiettivi equivale a non raggiungere la soddisfazione di depennarli tutti entro fine giornata e a finire con l’abbandonare l’abitudine sul nascere.
Crea delle nuove routine
Io ero solito andare all’università, seguire le lezioni, pranzare in mensa, andare in biblioteca o nuovamente a lezione, dopodiché andare in palestra, studiare un altro poco, e poi rilassarmi o andare a seguire il corso di inglese. Dalle 7:00 del mattino alle 23:00, mi destreggiavo tra un impegno e l’altro col pilota automatico.
Una grossa fetta delle abitudini è andata perduta, per ovvie ragioni. Senza pilota automatico si fatica molto molto di più per raggiungere un livello di produttività accettabile, e ciò pur avendo più tempo a disposizione.
Io e te sappiamo quanto potenti ed importanti siano le routine ed io ed io e te, per fortuna, sappiamo anche come creare nuove abitudini. È su questo punto che vorrei focalizzarmi.
Alcune delle vecchie abitudini, quelle che puoi ancora praticare, tienile valide. Puoi continuare a svegliarti alla solita ora, puoi continuare a vestirti come facevi, puoi continuare ad andare a dormire alla stessa ora. Continua a farlo.
Stai particolarmente attendo alle abitudini legate al sonno. Ho notato che, perlomeno nel mio caso, un buon sonno ifluisca pesantemente sia sul mio umore che sulla mia resa nello studio.
Per quanto concerne tutte le restanti tue vecchie abitudini, come le mie, volente o nolente non valgono più. Per il bene di tutti, dobbiamo fare dei sacrifici. Non poter seguire le nostre routine che fino a qualche giorno fa seguivamo è uno di questi.
Non puoi continaure con le vecchie routine, però puoi crearne di nuove. Non sapessi come, leggi l’articolo sul come creare nuove abitudini.
Distingui momenti liberi dai momenti di studio
Il rischio di stare a casa per uno studente è finire a studiare tutto il giorno, senza pause, o finire per non studiare affatto, perché il tempo a disposizione è tanto e si tende a procrastinare. Si tratta di due situazioni agli antipodi che ho provato i primi giorni di isolamento, prima di compiere le riflessioni opportune e prendere le contromisure che sto condividendo con te.
Pianificare la propria giornata è utile perché permette di distinguere con chiarezza i momenti di studio dai restanti. Ciò ti aiuta a studiare dando tutto te stesso e a non sentirti in colpa quando sei in pausa dallo studio. Avere chiari quali siano i momenti liberi e quali siano i momenti di studio aiuta a evitare che finisca col procrastinazione.
Averti a casa potrebbe spingere gli altri a pensare di averti a disposizione. Se stai studiando non deve essere così. Quando sei occupato, se sono presenti altre persone, segnalalo. Fai sapere preventivamente che se avranno necessità di te, potranno trovarti durante le pause e che durante lo studio non vuoi essere interrotto, perché per fare le cose bene devi farne una sola alla volta, senza deviare continuamente il tuo focus.
E anche non dovessi avere voglia di studiare, studia. La parte più difficile è aprire il libro e leggere la prima riga.
Crea l’ambiente di studio perfetto
Cosa dell’ambiente condiziona il tuo studio? Non lo so, francamente. So cosa condiziona il mio e immagino che potrebbe essere lo stesso per te:
- temperatura;
- luce;
- ordine;
- suoni e musica;
- comodità.
Vediamo caso per caso, separatamente.
Temperatura
Quanto alla temperatura preferisco stia attorno ai 20 °C e preferisco il freddo al caldo. È una cosa che ho notato empiricamente. Se c’è caldo provo serie difficoltà a ragionare, cosa che non succede quando c’è freddo.
Diedi Chimica generale con 26 °C. Penso di essermi giocato diversi trentesimi a causa della temperatura eccessiva per il sottoscritto.
Luce
Quanto alla luce, l’ideale per me è una luce bianca, fredda ed intensa.
Se la questione della temperatura, entro certi limiti, è più soggettiva, quella della luce lo è decisamente meno. Leggere e scrivere in condizioni di scarsa luminosità se non è impossibile è quantomeno faticoso. Una luce particolarmente calda tenderà a farti addormentare, al contrario, una luce fredda, tende a svegliarti e a renderti maggiormente attendo.
Nella mia scrivania, ho una Xiaomi Mi LED Desk Lamp. La trovo fantastica. Se proprio devi cambiare la tua lampada da scrivania, te la consiglio.
Suoni e musica
Conosco alcuni che non riescono a studiare se non si trovano in un ambiente rumoroso. Altri, invece, non tollerano neanche il suono di una mosca che vola.
Io mi posiziono in una via di mezzo. Di norma studio con la musica. Ascolto musica perché lo trovo utile sia per isolarmi dai suoni ambientali che perché mi aiuta a entrare nel giusto stato mentale. Diventa un rituale: metto la musica, entro nello stato mentale idoneo a studiare. È un’abitudine.
I generi che ho trovato essere più efficaci col sottoscritto sono la musica elettronica, il jazz, colonne sonore di film e videogiochi e suoni ambientali. Sulla lunga i suoni ambientali mi causano sonnolenza.
Il comun denominatore per qualsiasi genere musicale o sonoro che ascolti durante lo studio è l’assenza di parlato. Sentire frasi e parole, specie se in italiano od in inglese, rapisce la mia mente quel che basta per perdere il senso di quanto stia studiando e dover rileggere tutto da capo.
Una scoperta dell’ultimo periodo è brain.fm. È una sorta di Spotify con brani studiati nel dettaglio per aiutare o nella concentrazione o nel riposo o nel rilassamento o nella meditazione. Per ora posso dire soltanto che lo sto trovando molto interessante. È un servizio ancora in fase di test, dunque non me la sento di sbilanciarmi.
Ordine
Avere un ambiente disordinato non mi aiuta nella concentrazione. Cerco sempre di tenere quanto più in ordine lo spazio che mi circonda. Essere un minimalista è d’aiuto. Possedere meno cose significa anche avere meno cose da riordinare.
È d’aiuto anche vivere pressoché paperless, sia sfruttando iPad con la Apple Pencil per prendere appunti che digitalizzando tutti i documenti cartacei che incontro. I libri, solo quelli universitari, preferisco averli cartacei. Tutti i restanti libri, quelli che leggo al di là dello studio, sono archiviati in formato digitale sul mio Kindle.
Di norma, il mio riordino si riduce a rifare il letto e al piegare qualche maglietta.
Comodità
Cosa significa per te essere comodo? Per me significa non avere fastidi. Se io e te concordiamo su questo assunto probabilmente concorderemo anche che per studiare, tenendo a mente la comodità, sia importante considerare di avere una sedia ed una scrivania comode, sulle quali possa stare ore ed ore senza provar fastidio.
Comodità penso sia anche trovare ciò di cui necessiti senza intoppi. Sii ordinato ed organizzato, in senso lato. Tieni i tuoi libri disposti secondo un ordine che ti è convenzionale. Archivia i tuoi file in modo che sia facile ritrovarli e che non possa perderli.
Trova il momento migliore per ogni cosa
Nel pianificare la tua giornata, considerati i tuoi obbiettivi, e nell’introdurre le nuove routine, tieni sempre a mente che ci sono momenti migliori per fare alcune cose.
Personalmente, sulla base dei miei test, ho valutato che studi particolarmente bene al mattino, tra le 9:00 e le 13:00 e il pomeriggio, da dopo le 16:00 in poi. Anche la sera, dopo la cena, a patto di non aver fatto una cena pesante, studio benone. Studio particolarmente male immediatamente dopo il pranzo.
Ho notato che al mattino sia molto più propenso a stare attento e concentrato per assimilare nuove informazioni e concetti di carattere teorico, mentre che al pomeriggio sia meglio che mi dedichi o ad esercizi pratici o al ripasso dei concetti già visti.
Quanto all’allenamento, trovo che l’ideale sia farlo attorno alle 16:00, ma non sempre questo è compatibile con lo studio.ù
Per scrivere sul blog non ho un orario ideale, ma, forse solo per abitudine, preferisco farlo la sera, finito lo studio. Mi rilassa.
Quanto vale per me non necessariamente vale anche per te. Ti suggerisco di effettuare a tua volta i tuoi test, provando a compiere le stesse attività in orari diversi e valutando la tua performance. Non si tratta di niente di scientifico, però è di aiuto.
Su questi temi, legati alla cronobiologia, per un iniziale approfondimento, ti suggerisco la lettura di Un tempo per ogni cosa di Roberto Manfredini.
Pianifica
Ti sei assegnato degli obiettivi, stai acquisendo delle nuove abitudini ed hai creato un ambiente che ti renda più piacevole e semplice lo studio. Sai pure quando sarebbe meglio far che cosa, dopo i tuoi test. Non ti resta che pianificare.
Ogni mattina annota nella tua agenda quando vuoi fare che cosa nel corso della giornata, tenendo a mente quando pensi che sia meglio farlo, sulla base dei tuoi test per scoprire quale sia il momento migliore e sulla base di quali sono gli obbiettivi che ti sei assegnato.
C’è tanto tempo libero, quindi non far l’errore di studiare soltanto o di passare la giornata intera a bighellonare. Distingui i momenti liberi dai momenti di studio fin dalla fase di pianificazione.
Nel pianificare, non essere troppo stringente. Lascia tempi morti qua e là. Ti saranno utili qualora qualcosa vada storto. Prevedi gli imprevisti.
Se già non lo fai, potrebbe essere un’ottima idea inserire tra le tue abitudini la scrittura di un diario. Potrebbe essere un momento di riflessione e di automiglioramento, anche sotto un punto di vista di una valutazione autocritica della pianificazione. Rifletti su ciò che è andato bene e ciò che è andato male nel tuo planning. Le tue capacità di pianificazione miglioreranno molto più rapidamente.
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