Malia Obama, figlia dell’ex presidente degli Stati Uniti, si è presa un anno sabbatico prima di iniziare gli studi presso la prestigiosa Università di Harvard. L’ho fatto io prima di iniziare la mia carriera universitaria, l’han fatto altri e tanti altri ancora lo faranno. È a questi ultimi che sarà più utile leggere questo articolo.
Ed io perché mi sono preso un anno sabbatico subito dopo il liceo? Perché dopo la maturità ero avevo le idee particolarmente confuse. Potrei concludere questo articolo così, ma non sarebbe la stessa cosa.
In queste righe ti racconterò del mio anno sabbatico perché credo possa essere utile per sapere a cosa potresti andare in contro, se stai valutando di prenderti un gap year dopo il liceo.
Scrissi questo articolo qualche tempo fa, poco prima di immatricolarmi in Biotecnologie farmaceutiche. Ho qualche aggiornamento che potrebbe interessarti: proprio di recente Rolling Pandas mi ha fatto un intervista riguardo al mio gap year. Ti invito a leggerla passando per questo link. Buona lettura!
O l’inventore o il medico
Da piccolo avrei voluto fare o l’inventore o il medico. Con gli anni, mi sono appassionato sempre di più alle materie scientifiche, dimostrando una particolare inclinazione per la biologia e studi affini.
Avevo su per giù cinque anni quando decisi una volta per tutte che avrei dedicato la mia vita alla scienza, avrei fatto il medico.
Tutto sommato ero un bambino con ambizioni realistiche. Non volevo diventare un astronauta, tantomeno un personaggio dei cartoni animati – che guardavo poco o niente: preferivo documentari naturalistici.
Negli anni si rafforzò sempre più il mio desiderio lavorativo, che arrivai a eleggere come mio principale scopo di vita. Fu così fino al gennaio della quinta liceo, quando le mie certezze su un futuro che avevo progettato con minuzia e desiderato ardentemente cominciarono a vacillare.
Dubbi di metà quinto liceo
Forse per lo stress dovuto all’avvicinarsi dell’esame di maturità, forse perché quello fu per me un periodo particolare, forse ancora perché sentivo gravare sulle mie spalle il peso di una scelta che avrebbe condizionato massicciamente il resto della mia vita, cominciai a pensare che gli studi in ambito medico non facessero per me.
Non ero più sicuro che fosse davvero un mio desiderio.
Studierò Biotecnologie a Pisa, anzi….
Attorno al febbraio dello stesso anno, decisi che avrei studiato Biotecnologie. L’idea mi piaceva. Ero fermamente convinto che questa sarebbe stata la mia strada.
Superato l’esame di maturità, a settembre partii alla volta di Pisa, dove sostenni le prove di ammissione alle facoltà di Biotecnologie, Biologia e Informatica. Quest’ultima aveva accesso a numero aperto e, nel caso in cui mi fosse andato male il test di ammissione per accedere alle prime, avrei avuto la certezza di non passare un anno da disoccupato, studiando pur sempre qualcosa che stuzzicasse il mio interesse.
In Toscana, nei giorni della prova di ammissione ci fu un alluvione. Il mio appartamentino era circondato dall’acqua. Esser costretto a stare al chiuso non fu d’aiuto. Ebbi il tempo di ripensare a tutte le mie scelte e iniziai a non esserne più così sicuro.
Feci il volo di ritorno in Sardegna con la certezza quasi piena che a Pisa non ci sarei tornato, non per quell’anno, non per studiare.
Studio Chimica, parto a Londra
Tornato a Cagliari, essendo già state tenute le prove di ammissione alle altre facoltà mentre ero in Toscana e non gradendo particolarmente stare con le mani in mano, scelsi di studiare Chimica, uno dei pochi corsi a numero aperto che attirasse almeno lontanamente il mio interesse. Dopo qualche settimana capii di star sprecando il mio tempo.
Decisi di partire a Londra per potermi chiarire per una volta per tutte le idee sul da farsi e, intanto, migliorare il mio inglese. Il giorno dopo feci la rinuncia agli studi e iniziai a pianificare il viaggio.
È così che iniziò il mio gap year.
Qualche settimana dopo ero su un aereo diretto verso la capitale britannica. Fu una mossa tanto sofferta quando geniale.
A Londra, una sera, tutto mi fu chiaro. A Pisa, in quei giorni di pioggia, mi ero lasciato trascinare dalle emozioni di un momento triste e passeggero. Avevo sbagliato e perso il mio treno, ma potevo darmi da fare per non mancare anche il successivo.
Un gap year meno sabbatico
Posso anche perdere, ma nessuna partita è più persa di una che non ho neanche giocato.
Capii che se avessi voluto almeno provare a inseguire i miei desideri, avrei dovuto farmi in quattro e quanto prima. Tornai ancora una volta in Sardegna e, dal gennaio, iniziai darci dentro con lo studio per le diverse prove di ammissione che mi ero prefisso di sostenere. All’epoca erano per l’accesso a Biotecnologie – già, di nuovo –, a Medicina e chirurgia e Odontoiatri a protesi dentaria. A queste, verso metà estate si aggiunse la prova di ammissione a Economia.
Sebbene questa scelta abbia reso decisamente meno sabbatico il mio anno sabbatico, mi ha aiutato a tenere la mente impegnata, con gli ingranaggi ben oleati per l’anno accademico in arrivo.
Apro il blog
Quando mi pongo un obiettivo, sono molto disciplinato nel cercare di raggiungerlo.
Erano mesi e mesi che studiavo tutti i giorni, con costanza e continuità. Attorno a giugno iniziavo a esser fiacco e la mia produttività a esser compromessa. Decisi di prendermi per qualche settimana una pausa da libri, test e prove di ammissione.
Nei mesi passati, tra un pomodoro e l’altro, durante le pause dallo studio, leggevo dei libri sul mio Kindle. Molti di questi trattavano di produttività, altri di mnemotecniche, altri ancora di blogging, marketing e psicologia.
Sognavo da tempo di avere un sito tutto mio senza, però, avere abbastanza coraggio per metterlo in piedi e, detestando avere troppo tempo per pensare, nelle settimane di pausa dallo studio decisi di mettermi all’opera per creare il mio blog.
Stetti davanti al mio MacBook per giornate intere. Conclusi la pausa molto più stanco di prima, ma infinitamente più soddisfatto.
Prove di ammissione
Da luglio ricominciai a studiare con la stessa costanza e impegno d’un paio di settimane prima. Macinai valanghe di test per diversi mesi.
Grazie alle esperienze dei mesi passati, oramai sapevo con certezza quali fossero le mie ambizioni, le mie passioni portanti: l’imprenditoria, la biologia e la medicina.
Nelle prime settimane di settembre ho sostenuto le prove di ammissione a Medicina e chirurgie e Odontoiatria e protesi dentaria, a Economia, a Biotecnologie medico-farmaceutiche e Biologia.
Mentre scrivo questo articolo, non ho idea di quali abbia superato. Non m’importa: ora so di aver dato tutto me stesso, di aver giocato fino in fondo la mia partita.
Che cosa studierò?
Me lo chiedono in tanti.
“Cosa studi?” è stata una delle domande che mia ha perseguitato durante questo gap year. Succederà anche a te se ne prenderai uno. A un certo punto provavo quasi nausea a dover raccontare ancora una volta le stesse cose, sempre le stesse identiche cose.
Ancora non so cosa studierò, essendo la mia scelta legata all’avvenuto o mancato superamento di quella e quell’altra prova di ammissione. Potrei studiare Biotecnologie o Biologia, Medicina e chirurgia o Odontoiatria e protesi dentaria o Economia.
Qualunque test di ammissione superi, sarò felice. Si tratta di corsi di laurea che mi piacciono da impazzire: ora, dopo un anno di profonda riflessione, posso dirlo con piena consapevolezza.
Sapendo fin da ora di poter accedere a tutt’e cinque, mi sarebbe difficile sceglierne. È per questo che deciderò cosa studiare una volta saputo per quali facoltà sono idoneo all’immatricolazione. Farlo prima ritengo sia uno spreco di energie mentali.
Se supererò con successo tutte le prove avrò da scervellarmi, se non ne supererò qualcuna, la mia scelta sarà meno difficile. Comunque lo guardi, nel mio futuro prossimo, non posso che vedere un bicchiere mezzo pieno.
Qualora già non l’abbia fatto, ti invito a leggere l’intervista fattami dai ragazzi di Rolling Pandas. Troverai ulteriori spunti di riflessione che ti aiuteranno a capire se un gap year sia la scelta migliore per te.
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