Solo chi agisce può sbagliare. Ma solo chi sbaglia e fa tesoro dell’esperienza non può fallire.
Ti racconterò della volta che non superai la selezione di di D20 Leader, un promettente percorso di formazione manageriale di Fondirigenti e Confindustria. Su oltre ottocento candidati risultai tra i primi cento. Di questi cento ne sarebbero stati selezionati cinquanta, la metà, con un colloquio finale a Roma, nella sede di Roma di Confindustria. Andai, diedi del mio meglio e non lo superai. Questa è la trama in breve, la sintesi massima. È giornalistica, veritiera, ma scarna di dettaglio. Andrebbe bene per un tweet, ma questo è un blog.
Andrò con ordine.
Mi candido
Il mio primo anno di università volgeva al termine. Attorno alla prima settimana di luglio 2019 avevo completato la candidatura online per D20 Leader. Compilai un modulo online, inviai delle mail con in allegato curriculum vitae e tramite un’applicazione risposi sia in italiano che in inglese ad alcune domande tramite dei video. Non sapevo quali domande con anticipo quali domande mi sarebbero state poste. Solo una volta avviata l’app, per qualche secondo appariva la domanda a cui avrei risposto qualche istante dopo, in completa improvvisazione.
Feci questa prima parte del colloquio con una certa leggerezza.
Vengo selezionato tra oltre ottocento persone, ma non è finita ancora
Passarono i giorni e, tra me e me, pensai che non avessi superato la prova. Poi, una mattina, ricevetti una telefonata da un numero sconosciuto: «Buongiorno, parlo con il signor Federico Picciau?». Risposti affermativamente, pronto a sentirmi propinare l’ennesimo cambio di operatore telefonico o proposta di apertura di un conto di trading online dalla dubbia affidabilità. Ma la conversazione proseguì diversamente rispetto a quanto mi aspettassi: nessun nuovo operatore telefonico o conto di trading online.
«La chiamo perché lei è stato selezionato tra oltre ottocento candidati per le ultime fasi della selezione per D20 Leader. È disposto a prendere un aereo ed essere a Roma per il 17 mattina?». A questo la mia mente balzo rapidamente da «Il 18 è tra tre giorni, cavoli» a «La seconda parte della selezione già iniziata: vogliono vedere quanto riesco a organizzarmi rapidamente». Ancora una volta risposti affermativamente.
Il signore dietro la cornetta cocluse dicendo «Bene! Ci vediamo il 18 mattina presso la sede di Confindustria. Riceverà indicazioni ulteriori via mail. Buona giornata!».
Subito dopo la telefonata corsi al MacBook per prenotare il volo per il 16 luglio e un hotel su Booking.com. Poi feci una check-list – amo le check-list – con tutto il da farsi e quanto mettere in valigia. Ero entusiasta, euforico.
Seconda fase delle selezioni
I giorni prima della partenza volarono.
Il 16 agosto arrivai a Roma a metà mattinata, con un volo Alitalia che presi da Cagliari. Raggiunsi l’albergo, mi riposai qualche minuto per poi ripartire.
Nel pomeriggio feci una passeggiata. Volevo scaricare un po’ la naturale tensione e, al tempo stesso, vedere nuovamente una tra le mie città preferite. In un sol pomeriggio, completamente a piedi, visitai il Colosseo, l’altare della Patria e la fontana di Trevi. Sicuramente vidi anche altri monumenti, ma adesso ormai i ricordi iniziano a sfumare.
In questo momento mi trovo […] sul letto d’una stanza d’albergo. Sono a Roma. Ho superato la prima fase di selezione di un progetto di Fondirigenti, così sono stato convocato qua per la seconda ed ultima fase, che sosterrò domani, per quasi l’intero dì. Ho passato il pomeriggio a fare il turista.
Annotazione sul mio diario delle 23:24 del 16 luglio 2019, Roma
Ma non mi dilungo oltre. Voglio solo godermi un po’ di relax e poi dormire, in vista della giornata che mi attende.
Di quella giornata ricordo solo che al termine fossi stanco e contento. Feci una doccia, scrissi qualche riga di diario e poi mi lasciai cadere in un sonno profondo.
La mattina seguente, il 17 luglio, mi svegliai presto, prima delle 7:00. Era il gran giorno. Feci la doccia e mi preparai per l’occasione. Ero vestito con una camicia celeste, con colletto alla coreana e pantaloni neri – indosso sempre pantaloni neri, e quel giorno non feci eccezione. Ero elegante ma non troppo formale.
Dopo una rapida colazione mi misi in cammino verso la sede di Confindustria, un sontuoso palazzo nero. Superati i controlli, mi addentrai nel palazzo. Iniziai a fare le prime nuove conoscenze. Ero circondato da persone su per giù della mia età una più interessante dell’altra. Tutti avevano idee e progetti stimolanti. Era un bellissimo ambiente.
Dopodiché facemmo una breve riunione attorno a un grande tavolo di legno massello. Ci fu spiegato per bene in cosa sarebbe consistita quest’ultima fase di selezione. Non entrerò eccessivamente nel dettaglio, ond’evitare di avvantaggiare slealmente eventuali futuri candidati. Basti sapere che la mattina fu dedicata a una selezione in gruppo mentre il pomeriggio a delle chiacchiere individuali con i reponsabili delle risorse umane.
Terminato il colloquio pomeridiano, fui congedato e, assieme ad alcune dei candidati con cui avevo stretto amicizia, mi diressi all’aeroporto. Tra questi ricordo in particolare Badr e Michela, con cui feci il viaggio di ritorno in Sardegna.
Non ho superato l’ultima fase della selezione ma ho imparato tanto
Qualche settimana a seguire ricevetti una mail con la notizia: non avevo superato l’ultima fase. Non fui particolarmente amareggiato. Ero contento, ero fiero di me tanto quanto lo sarei stato se avessi superato la selezione. So quanto valgo, non è una selezione andata male ad abbattermi. Avevo partecipato per la prima volta ad un colloquio di lavoro, avevo fatto una nuova esperienza e avevo conosciuto tante splendide persone. E sì, non avevo superato gli ultimi cinquanta candidati, ma non m’ero mica scordato di averne superati ottocento.
Ed ecco qua che forse le frasi con cui ho aperto queste righe si colorano meglio del significato che gli attribuisco.
Solo chi agisce può sbagliare. E questo lo ripeto per me, per non scordarlo, ma anche per te che leggi. Non avere paura di sbagliare. Se non facessi nulla non sbaglieresti mai. Ma, per l’appunto, non faresti nulla. Al tempo stesso non avresti neanche la possibilità di fare la scelta vincente. Sarebbe una vita un po’ noiosa, eppure è la vita di tanti.
Mettendoti in gioco, talvolta le cose non andranno come sperato. Puoi sbagliare, puoi far male i conti, puoi non essere compreso. Ma anche quando le cose vanno storte, analizza cosa hai fatto, cerca di aggiustare il tiro per le volte seguenti. Solo chi sbaglia e fa tesoro dell’esperienza non può fallire.
Queste mie parole non vogliono equivalere «l’importante è partecipare». L’importante è vincere, sempre. Il punto è che può essere una vittoria anche una sconfitta, se si studia la partita, se si ragione sui propri errori e ci si adopera per evitarne il ripetersi.
Prima di imparare a camminare ci attendono tante cadute. E anche quando sappiamo camminare talvolta inciampiamo. Pensa tu se da piccoli avessimo temuto di cadere al punto di non tentare di muovere neanche un passo.
Agisci senza paura. Non con incoscienza, ma senza temere l’errore o il giudizio altrui. E quando qualcosa non va come previsto chieditene la ragione. Ma agisci.